LA DANZA DELLE RONDINI (racconto finalista al Concorso “SCRITTORI SOTTO I RIFLETTORI”)
Gentile Autore,
La Sua opera è stata scelta tra le più belle del Premio Letterario Internazionale “SCRITTORI SOTTO RIFLETTORI – 2020” e sarà pubblicata in antologia del concorso.
Sono stati registrati 887 autori partecipanti (italiani e stranieri).
La classifica finale sarà pubblicata intorno a 30 gennaio – 10 febbraio 2021.
La danza delle rondini
A tutti i bambini di Terezin
Primavera 1944. Nel cortile il sole splendeva sui rigagnoli della neve sciolta. Emma divertita batteva i piedi sui rivoli. Mamma più volte l’aveva sgridata perché si sarebbe tutta insudiciata, ma lei con i suoi 12 anni gioiva di quei brevi istanti. La mamma era una brava sarta e, appena arrivati nella nera Terezin, era stata destinata alla “sala delle cucitrici”. Peccato potesse incontrarla solo una volta a settimana! Le mancava tantissimo: le mancava il calore dei suoi abbracci, le parole di conforto, le fiabe lette prima di dormire mentre l’olio della lampada si consumava e la luce si affievoliva fino a spegnersi. Ora, di notte, le lacrime scendevano a fiotti irrigandole collo e petto, ricamando tutto il corpo di fremiti. Tra un singhiozzo e l’altro, pregava, pregava quel dio che percepiva sempre più distante e che si stava dimenticando di lei.
Quel tiepido pomeriggio, Emma aspettava impaziente il suo amico Jan che era stato nominato “porta messaggi”. In genere, andavano insieme nella scuola del ghetto. Ai ragazzi piaceva molto frequentare le lezioni perché coltivavano parecchie passioni come il canto, il disegno, la scrittura ed Emma, da quando era stata rinchiusa a Theresienstadt, avvertiva forte il bisogno di scrivere…
All’alba quel filo d’erba,
sopravvissuto alla notte buia,
mi dona speranza.
Dimentico fame, freddo e paura
E allora riprendo a sperare…a sognare!
Per la fanciulla scrivere era magia che le permetteva di fuggire da quel matto mondo e da quella vita in cui era stata catapultata.
Ogni settimana in classe realizzavano un giornalino per ragazzi, “Vedem”, su cui scrivevano poesie, dialoghi, sogni ma non ne dovevano parlare con nessuno.
“Sshhh! E’ un segreto!”, ricordava con complicità la signorina Mila.
Ogni venerdì lo leggevano e poi lo nascondevano sotto la trave in legno di un vecchio baule.
Quel pomeriggio Jan non si presentò, ma neanche nei giorni a seguire…
Emma chiese di lui ma nessuno sapeva, nessuno parlava. Corse in lacrime dalla signorina Mila che cercò di consolarla: “Sicuramente è stato inviato a svolgere una missione segreta e per questo non ci è dato sapere, ma vedrai che presto tornerà”, continuava ad accarezzarle i capelli per farla calmare.
Le mura di quella scuola custodivano la cultura che aveva la capacità di donare un equilibrio emotivo e di essere una vera arma, quella della “resistenza”.
Emma guardava fuori dalla finestra. La primavera stava regalando fiori dai colori inconsueti e un cielo azzurro oltre il quale lei posava il suo dolce sguardo cercando l’infinito, mentre gli uccelli gareggiavano festaioli…
Danzano nell’aria gli uccelli migratori.
Si posano curiosi, poi riprendono a volteggiare…
Amo le rondini
Vorrei peregrinare anch’io da una primavera all’altra
per andare via, lontano, oltremare
e gustare il sapore della libertà.
La libertà ha un sapore tutto suo e un prezzo molto alto…che solo pochi sopravvissuti alla Shoah hanno avuto la fortuna di gustare.
(Il disegno è una semplice bozza uscita dalla mia penna)