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Ti scrivo una lettera che forse non spedirò mai…
Col cuore sospeso ti scrivo una lettera che forse non spedirò mai. Ti scrivo con la penna rossa, il colore dell’Amore, per dirti che mi ostino a cercarti tra le pagine nostalgiche della mia vita, rimaneggiate e poi strappate, nei versi cancellati e poi riscritti, nei miei pensieri scolpiti, perché è lì che vivono e abitano le emozioni vere, quelle vissute con passione e vitalità e che nessuna gomma potrà mai cancellare. Riporto al cuore i ricordi che stringo serrati nei pugni: sono ciò che mi resta. Mi chiedo se un giorno ci ritroveremo perché con te ho conosciuto la felicità, la gioia di condividere ogni momento, i silenzi, le parole non dette… la bellezza dell’Amore. Ci cercheremo oltre il tempo e lo spazio, oltre ogni immaginabile logica. Io porterò con me una parte di te, la tua forza, l’eleganza della tua anima e tu porterai una parte di me, la mia esuberanza, le mie paranoie, la mia voglia di vivere… Sai, mentre mi abbandonavo allo slalom della memoria, ho ritrovato gli attimi vissuti insieme, i respiri affannati, i battiti impazziti, il cuore in tempesta, infallibili scatti di un amore a colori ma, ancor più, ho scoperto quella parte di me che viveva di te e di ciò che eravamo diventati dopo aver partorito il Noi. Ci eravamo promessi l’infinito e, proprio per questo, io e te continueremo ad essere un tutt’uno, oltre ogni barriera. Nonostante la distanza mentale e fisica, pensare a ciò mi aiuta a sentirti vicino, mi aiuta a sentire che io e te siamo…che io e te ancora ci apparteniamo
Marinella Tumino©
Buon Anno!…Benvenuto 2017!
L’anno che si chiude è stato un anno ammiccante. Non ha risparmiato le sue spine, né lacrime ma, per fortuna, ha lasciato anche tante cose stupende. Benessere ma anche disillusioni hanno scritto la loro parte nella mia vita, come nella vita di tutti voi. C’è a chi è andato meglio e a chi peggio ma… se siamo ancora qui a scrivere il nostro “dopo”… è perché, tutto sommato, è andata bene e tutto può ancora magicamente accadere. Il mio augurio personale è che possa levarsi alto il “sole” fino a infiammare l’anima e circondare di sogni, desideri, mete per tutto il 2017. Che ogni giorno possa essere da noi apprezzato come un dono, un momento unico in cui combattere “senza armi” per vivere in modo migliore ogni secondo, ogni attimo. Un anno di conquiste, di traguardi evidenti, di forza positiva, di vitalità. Spero che nel nuovo anno ognuno di noi possa continuare a ritrovare le persone care accanto ed io spero di ritrovare ancora voi che mi avete donato molto e fatto sentire così “grande” anche se sono così “piccola”. Vorrei avervi ancora con me per tutto quello che mi avete lasciato in dono. Grazie Emoticon kiss:-*
Abbraccio, in modo particolare, tutte quelle persone che mi hanno fatta sentire “speciale” scaldandomi l’anima con la loro presenza. Auguro a tutti quanti uno sfavillante 2017 dove “perdersi” per ritrovarsi migliori o semplicemente più felici, mentre io continuo ad emozionarmi scrivendo in punta di cuore
IO E TE…
Inseguire i sogni, io e te
Gioire, lottare, contare i battiti del cuore
restando ad ascoltare in silenzio….Insieme.
E quando finiamo le parole, ne inventiamo di nuove;
quando il cielo si ingrigisce, inventiamo tanti cieli azzurri, colorati da arcobaleni
Insieme… io e te…
come l’atomo e gli innumerevoli elementi dello spazio.
A suonare e danzare sulle note più o meno intonate della vita
Io e te…
A un passo dal baratro… a un passo dall’estasi … INSIEME.
Marinella Tumino@
#ioEte
Tra un’emozione e l’altra
Tra un’emozione e l’altra
scrivo.
Scrivo frasi ricche di parole e di punteggiatura.
Scrivo di me, di te, di noi.
Tra un’emozione e l’altra
mi scrivo addosso
perché le parole non svaniscano…
Mi scrivo addosso
le parole che non ti ho mai detto
le storie che non ti ho mai raccontato…
Mi scrivo addosso
perchè tu possa rimanere
impresso dentro e fuori di me…
MT@
La magia del Natale nella mia fiaba MERRY CHRISTMAS, PICCOLO JIM.
Fiocchi di neve scendevano fitti creando un manto di soffici piume che copriva gli edifici intorno e le piante del giardino. Natale era alle porte e l’atmosfera era resa ancora più magica dai vari addobbi. Il gigante albero, posto nella grande sala, era sapientemente illuminato dalla spirale di luminarie.
Il fuoco crepitava brioso e scoppiettante dentro il camino. Nella poltrona accanto stava seduto il nonno che, inforcati gli occhiali, leggeva uno dei tanti libri scelti dalla biblioteca di famiglia.
Il piccolo Jim, seduto sul tappetone davanti il focolare e confortato dal calore, seguiva incuriosito le allegre capriole del fumo e il moto delle scintille che brillavano come stelle.
I suoi occhi si spalancavano, si aprivano e chiudevano con celerità, seguivano il filo dell’immaginazione…
Il movimento delle fiamme lo ipnotizzarono e, come per incanto, si ritrovò in un folto bosco.
Faceva difficoltà a muoversi perché le gambette affondavano nella neve, mentre lo scoiattolo Spizzy lo seguiva giocherellando. Il grande aquilone si era impigliato tra i rami… Jim aveva provato a farlo librare in una mattinata di pieno sole e, seppur l’aria fosse frizzantina, il cielo azzurreggiava gioioso e le nuvole veleggiavano grazie al venticello che aveva travolto anche l’aquilone. Presto sfuggì dalle mani del ragazzino e, in un solo istante, restò intricato tra i rami della selva. Il bosco era un groviglio di arbusti e di abeti, pini, faggi e betulle i cui rami appesantiti dal masso di neve si chinavano con umiltà.
Lo scoiattolo con dimestichezza e abilità si arrampicò, ma per Jim fu più dura. I suoi scarponi scivolavano con facilità e più volte sdrucciolò, graffiandosi mani e gambe. Testardo più che mai provò a risalire, esortato dal cinguettio di alcuni passerotti felici, finché raggiunse il ramo nel quale il vessillo si era adagiato.
Rimase fermo, quasi impietrito, dopo aver afferrato con soddisfazione l’aquilone. Seppur affannato, rimase incantato dal panorama sul paesino e sull’altipiano circostante. Gli alberi erano piuttosto alti ma lasciavano scorgere angoli pittoreschi in cui pennellate di colore, ovattati di bianco, regalavano pura magia.
Sull’albero vicino adocchiò una casetta in legno da cui presto si affacciarono degli omini, alti circa mezzo pollice, vestiti di stracci verdi e bruni. Erano piuttosto buffi con i cappelli appuntiti verdi o rossi…. Appena si accorsero del piccolo Jim cominciarono a ridere sonoramente e a piroettare con agilità…poi cominciarono a saltare da un ramo all’altro fino ad arrivare da Jim e Spizzy che si era nascosto dentro il gilet del suo amico, allarmato da tutta quella esuberanza.
Visti da vicino, pensava Jim, i folletti con barba lunga e grigia, sembravano dei vecchini; poi, con audacia chiese loro: “Chi siete? Cosa fate?”
“Ciao ragazzino, hai del coraggio e questo ti fa onore- rispose uno di loro, forse il più anziano -Finora nessun bambino era rimasto a curiosare in nostra presenza! Tutti hanno paura del nostro aspetto. Io sono Zuffolo e sono il capo! Noi siamo i folletti del bosco.”
“Salve Zuffolo, io sono Jim e lui è il mio amico Spizzy. Abbiamo recuperato il mio bell’aquilone e ora però devo rientrare…Si sta facendo tardi e ho paura di perdermi nel bosco”.
“Non temere, se vuoi ti accompagniamo fino alla fine della foresta e all’inizio del sentiero del paese”.
“Grazie mille! Ma…ma…possiamo tornare domattina?”
“Certo! Sarà un piacere… Sai, noi stiamo preparando degli oggetti in legno …aiutiamo Babbo Natale a confezionarli per poi donarli ai bambini per Natale”
“Oh…ma che bello! Mi piacerebbe preparare degli strumenti musicali per l’orfanotrofio del paese…Sai, Zuffolo, là ci vivono più di quindici bambini che non hanno famiglia e il Natale è ancora più triste per loro…- poi, aggiunse con gli occhi bassi e il cuore triste- So che vorrebbero suonare qualche strumento ma non ci sono soldi a disposizione per comprarne…”
“Allora domattina vieni presto e noi tutti ti aiutiamo a preparare gli strumenti, che ne dici?”
“Ottima idea! Grazie! A domani!”
L’indomani molto presto Jim e Spizzy si arrampicarono sull’albero e si presentarono alla casa dei Folletti che li accolsero con letizia e risa. Quel posto era un delizioso laboratorio!
Nell’arco della mattinata, martellarono, segarono, impilarono e allestirono giochi in legno e tanti strumenti musicali: liuti, flauti, violini. Quanta fatica ci era voluta!
Finito l’arduo lavoro, i vari elfi provarono gli strumenti musicali…fu un tum tum, bam bam, flu flu…un tripudio di note musicali che echeggiarono con armonia nell’aria nevosa.
“Sai, anch’io sono un orfano e ho vissuto con i miei amici sfortunati fino a pochi anni fa, ma poi sono stato adottato da una meravigliosa famiglia che mi ama e non mi fa mancare nulla. Il mio pensiero, allora, va spesso a tutti loro…So cosa si prova!”
“Vedrai che questo sarà un bellissimo Natale- si espresse soddisfatto Zuffolo- anche per i piccoli dell’orfanotrofio. E il merito è tutto tuo, caro Jim, perché sei un bambino generoso e un gran lavoratore. Merry Christmas little Jim!”.
Come ogni anno, la sera della Vigilia di Natale, la famiglia di Jim andò in orfanotrofio portando tante prelibatezze e dei dolci per i piccoli ospiti. I bambini erano felicissimi e a mezzanotte, quando tutti stavano ritirandosi nel dormitorio, il cielo si riempì di polvere di stelle, mentre si avvertiva una rumorosa scampanellata. Il firmamento sembrò rischiararsi ed ecco che tra i tetti innevati sfrecciò la slitta di Babbo Natale che con le sue otto renne atterrò, in prossimità del grande pupazzo di neve, proprio nel cortile dell’edificio. Sentiti i rumorosi campanelli, i bambini incuriositi guardarono dai vetri appannati delle finestre; sgranarono gli occhietti e corsero tutti fuori. Santa Claus, il vecchio omone panciuto e vestito di rosso, proprio come nelle fiabe, con il sacco in spalla pieno di strenne, distribuì i doni ed esortò i piccoli a spacchettarli e poi a suonare gli strumenti. Quante soavi melodie! La magia della musica appassionò tutti i presenti…
“Ora sì che è Natale! – si espresse il piccolo Jim con esultanza e con i lucciconi agli occhi- Merry Christmas a tutti noi!”
Marinella Tumino©