La sfera dell’incastro

Come in una sfera di vetro
che racchiude la magia del Natale conservo il rimpianto
dei nostri due corpi
che si illudevano di essere uno solo.

Sei stato tempesta assolata,
veglia nelle infinite notti insonni, sogno frammentato e ricreato.

Vorrei sfiorarti ancora con la punta delle dita.
Vorrei carezzarti con delicatezza per farti sussultare dentro.

Io ho sondato la profonditá dei tuoi abissi, giungendo laddove il tempo non esiste.
Tu hai esteso i confini della mia anima, diventando insieme energia in vibrazione.

Ora nulla più.
La sfera che accoglieva
la foia che ci turbava
è andata in frantumi.
Le scaglie hanno tagliato in profonditá, partorendo notti
in cui morire infinite volte.

Ora rimane impressa nella memoria del nostro tempo la curva del sorriso, sorriso che viaggia per il mondo, portandosi dietro
il profumo dei nostri baci
e la vertiginosa immagine di quell’incastro perfetto,
senza vuoto alcuno;
incastro fatto di noi e
della melodia
del nostro cielo infinito.

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One Comment

  1. giovannella

    Solo un amore impossibile può partorire ” notti in cui morire infinite volte” e un “sogno frammentato e ricreato”. Noi donne conserviamo tanti fotogrammi mai sviluppati negli sbissi della nostra memoria ma sta al poeta portarli alla luce. Tu l’hai fatto!!!

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