Fiocchi di neve scendevano fitti creando un manto di soffici piume che copriva gli edifici intorno e le piante del giardino. Natale era alle porte e l’atmosfera era resa ancora più magica dai vari addobbi. Il gigante albero, posto nella grande sala, era sapientemente illuminato dalla spirale di luminarie.
Il fuoco crepitava brioso e scoppiettante dentro il camino. Nella poltrona accanto stava seduto il nonno che, inforcati gli occhiali, leggeva uno dei tanti libri scelti dalla biblioteca di famiglia.
Il piccolo Jim, seduto sul tappetone davanti il focolare e confortato dal calore, seguiva incuriosito le allegre capriole del fumo e il moto delle scintille che brillavano come stelle.
I suoi occhi si spalancavano, si aprivano e chiudevano con celerità, seguivano il filo dell’immaginazione…
Il movimento delle fiamme lo ipnotizzarono e, come per incanto, si ritrovò in un folto bosco.
Faceva difficoltà a muoversi perché le gambette affondavano nella neve, mentre lo scoiattolo Spizzy lo seguiva giocherellando. Il grande aquilone si era impigliato tra i rami… Jim aveva provato a farlo librare in una mattinata di pieno sole e, seppur l’aria fosse frizzantina, il cielo azzurreggiava gioioso e le nuvole veleggiavano grazie al venticello che aveva travolto anche l’aquilone. Presto sfuggì dalle mani del ragazzino e, in un solo istante, restò intricato tra i rami della selva. Il bosco era un groviglio di arbusti e di abeti, pini, faggi e betulle i cui rami appesantiti dal masso di neve si chinavano con umiltà.
Lo scoiattolo con dimestichezza e abilità si arrampicò, ma per Jim fu più dura. I suoi scarponi scivolavano con facilità e più volte sdrucciolò, graffiandosi mani e gambe. Testardo più che mai provò a risalire, esortato dal cinguettio di alcuni passerotti felici, finché raggiunse il ramo nel quale il vessillo si era adagiato.
Rimase fermo, quasi impietrito, dopo aver afferrato con soddisfazione l’aquilone. Seppur affannato, rimase incantato dal panorama sul paesino e sull’altipiano circostante. Gli alberi erano piuttosto alti ma lasciavano scorgere angoli pittoreschi in cui pennellate di colore, ovattati di bianco, regalavano pura magia.
Sull’albero vicino adocchiò una casetta in legno da cui presto si affacciarono degli omini, alti circa mezzo pollice, vestiti di stracci verdi e bruni. Erano piuttosto buffi con i cappelli appuntiti verdi o rossi…. Appena si accorsero del piccolo Jim cominciarono a ridere sonoramente e a piroettare con agilità…poi cominciarono a saltare da un ramo all’altro fino ad arrivare da Jim e Spizzy che si era nascosto dentro il gilet del suo amico, allarmato da tutta quella esuberanza.
Visti da vicino, pensava Jim, i folletti con barba lunga e grigia, sembravano dei vecchini; poi, con audacia chiese loro: “Chi siete? Cosa fate?”
“Ciao ragazzino, hai del coraggio e questo ti fa onore- rispose uno di loro, forse il più anziano -Finora nessun bambino era rimasto a curiosare in nostra presenza! Tutti hanno paura del nostro aspetto. Io sono Zuffolo e sono il capo! Noi siamo i folletti del bosco.”
“Salve Zuffolo, io sono Jim e lui è il mio amico Spizzy. Abbiamo recuperato il mio bell’aquilone e ora però devo rientrare…Si sta facendo tardi e ho paura di perdermi nel bosco”.
“Non temere, se vuoi ti accompagniamo fino alla fine della foresta e all’inizio del sentiero del paese”.
“Grazie mille! Ma…ma…possiamo tornare domattina?”
“Certo! Sarà un piacere… Sai, noi stiamo preparando degli oggetti in legno …aiutiamo Babbo Natale a confezionarli per poi donarli ai bambini per Natale”
“Oh…ma che bello! Mi piacerebbe preparare degli strumenti musicali per l’orfanotrofio del paese…Sai, Zuffolo, là ci vivono più di quindici bambini che non hanno famiglia e il Natale è ancora più triste per loro…- poi, aggiunse con gli occhi bassi e il cuore triste- So che vorrebbero suonare qualche strumento ma non ci sono soldi a disposizione per comprarne…”
“Allora domattina vieni presto e noi tutti ti aiutiamo a preparare gli strumenti, che ne dici?”
“Ottima idea! Grazie! A domani!”
L’indomani molto presto Jim e Spizzy si arrampicarono sull’albero e si presentarono alla casa dei Folletti che li accolsero con letizia e risa. Quel posto era un delizioso laboratorio!
Nell’arco della mattinata, martellarono, segarono, impilarono e allestirono giochi in legno e tanti strumenti musicali: liuti, flauti, violini. Quanta fatica ci era voluta!
Finito l’arduo lavoro, i vari elfi provarono gli strumenti musicali…fu un tum tum, bam bam, flu flu…un tripudio di note musicali che echeggiarono con armonia nell’aria nevosa.
“Sai, anch’io sono un orfano e ho vissuto con i miei amici sfortunati fino a pochi anni fa, ma poi sono stato adottato da una meravigliosa famiglia che mi ama e non mi fa mancare nulla. Il mio pensiero, allora, va spesso a tutti loro…So cosa si prova!”
“Vedrai che questo sarà un bellissimo Natale- si espresse soddisfatto Zuffolo- anche per i piccoli dell’orfanotrofio. E il merito è tutto tuo, caro Jim, perché sei un bambino generoso e un gran lavoratore. Merry Christmas little Jim!”.
Come ogni anno, la sera della Vigilia di Natale, la famiglia di Jim andò in orfanotrofio portando tante prelibatezze e dei dolci per i piccoli ospiti. I bambini erano felicissimi e a mezzanotte, quando tutti stavano ritirandosi nel dormitorio, il cielo si riempì di polvere di stelle, mentre si avvertiva una rumorosa scampanellata. Il firmamento sembrò rischiararsi ed ecco che tra i tetti innevati sfrecciò la slitta di Babbo Natale che con le sue otto renne atterrò, in prossimità del grande pupazzo di neve, proprio nel cortile dell’edificio. Sentiti i rumorosi campanelli, i bambini incuriositi guardarono dai vetri appannati delle finestre; sgranarono gli occhietti e corsero tutti fuori. Santa Claus, il vecchio omone panciuto e vestito di rosso, proprio come nelle fiabe, con il sacco in spalla pieno di strenne, distribuì i doni ed esortò i piccoli a spacchettarli e poi a suonare gli strumenti. Quante soavi melodie! La magia della musica appassionò tutti i presenti…
“Ora sì che è Natale! – si espresse il piccolo Jim con esultanza e con i lucciconi agli occhi- Merry Christmas a tutti noi!”
Marinella Tumino©
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giuseppe salonia
Il racconto, semplice e complesso allo stesso tempo, scaturisce da un animo ricco di fantasia e soprattutto di valori.
Dalla struttura classica e lineare al contenuto pienamente in sintonia con le esigenze e il modo di sentire dei bambini di oggi…Sogno, fantascienza, calore della famiglia, accettazione dell’altro, solidarietà di Jim, bambino più fortunato nei confronti di altri orfani soli e tristi, ai quali arriverà un genuino, autentico e condiviso Merry Christmas…
Marinella Tumino
Grazie infinite….Merry Christmas 🙂
Sara
Leggendo ti viene voglia di coinvolgere nella lettura le belle e tante persone che senti assolutamente amiche