Ricordo le estati della mia infanzia felice

Ricordo le estati della mia infanzia feliceRicordo le estati della mia infanzia felice. Si andava al mare solo la domenica nel mese di luglio e in agosto durante le ferie di papà. Partivamo dalla casa in campagna dove trascorrevamo le vacanze estive con la nostra Fiat 127 verde bottiglia. Senza aria condizionata! Con i finestrini appena abbassati sennò a mamma si scompigliavano i capelli! A volte portavamo con noi anche i nonni. Ci infilavamo in 6 in macchina ed io che ero la più picciridda andavo seduta sulle gambe di mamma o di mia sorella e col sudore ci attaccavamo tanto che, all’arrivo a destinazione, scendere dall’auto era un sacrificio…come farsi dolorosamente la ceretta. Io me le ricordo le calde estati della mia infanzia, quelle degli anni ‘70/80. Quelli erano gli anni in cui si andava in spiaggia per un’intera giornata. Allora si partiva come per una vacanza di una settimana con i tavolini, le sedie apri e chiudi, le paste al forno e i contenitori frigo che pesavano tonnellate e contenevano sporte per un esercito. Io me la ricordo ancora la genuinità di quelle gite al mare, la felicità nel montare tutto l’apparato con sedie pieghevoli e ombrelloni cui si attaccavano dei lunghi teli con le mollette per farli diventare “bi/trifamiliari” e poi l’anguria che veniva sepolta all’arrivo in spiaggia nella sabbia bagnata, dopo aver accuratamente scelto la location dove installare l’intero ambaradan e ancora la gassosa che accompagnava il pasto e il caffè nei termos a fine pranzo, da bere rigorosamente caldo. Io me le ricordo ancora le risate di cuore, tra un discorso e l’altro dei grandi che facevano i grandi e i giochi sulla sabbia di noi bambini che facevamo i bambini. E poi tutto veniva immortalato da foto con i rullini. A volte vedevi gruppi di giovani che avevano montato delle tende poco più in là e vi avevano trascorso la notte…che matti mi sembravano! Eppure li guardavo incantata quando al loro risveglio, intorno alle 12.30/13 quando noi ci mettevamo tutti all’ombra per consumare il pasto, li ascoltavo intonare delle canzoni di De Andrè o De Gregori mentre strimpellavano una chitarra, a volte mezza scordata. Io me li ricordo ancora quelli che si sbaciucchiavano lí in spiaggia, in mezzo al popolo di bagnanti domenicali…e io che ero una picciridda li guardavo divertita e ridevo sottecchi, mentre giocavo con la sabbia…. Altri tempi…lontani tempi quelli della mia infanzia quando bastava poco per essere felici, per gioire e divertirsi…La felicità era condivisa e ti rimaneva addosso per ricordartela per sempre..
Marinella Tumino© —

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