Vi propongo un’ennesimma serie TV spagnola: MAR DE PLASTICO, di genere drammatico, un thriller con Rodolfo Sancho e Belén López. Due le stagioni prodotte.
Il titolo “Mare di plastica” si riferisce alle vaste tele bianche che compongono la miriade di serre nella città immaginaria di Campoamargo, che si traduce in “terra amara”, situata nella vasta area dell’Almeria. L’area era poco più che desertica fino a quando queste strutture non l’hanno resa una delle comunità agricole più redditizie in Europa con la coltivazione di pomodori e altri ortaggi. Ma come ben immaginiamo, tutta questa produzione di plastica richiede lavoro, il che significa un afflusso di immigrati e una crescente animosità razziale da parte dei locali. Tutti questi lavoratori di sesso maschile portano allo sviluppo di losche industrie secondarie come le discoteche e la prostituzione. Poi ci sono i pochi uomini d’affari esperti che sfruttano ogni aspetto di questa nuova economia, diventando i nuovi oligarchi, e lo certificano acquisendo le loro mogli bionde trofeo russo. È proprio questa minestra di risentimento che è destinata a cuocere, a bollire quando si verifica un orribile omicidio. Ainhoa, la figlia del sindaco, viene trovata morta e non è stata solo decapitata ma completamente dissanguata in modo che il suo sangue potesse essere rilasciato dal sistema antincendio in una delle onnipresenti serre. Una scena di apertura così raccapricciante fa pensare allo spettatore che questo sia l’inizio di una serie orribile di omicidi seriali, o che questo sarà un crimine noir completamente morboso. Eppure il tono di tutte e due stagioni non è solo ombroso proprio come in apertura, ma si svolge come un colorato, luminoso spettacolo ben fatto, a tratti ironico, pieno di suspense e ben recitato. Intriganti quindi le indagini, affidate al nuovo sergente della Guardia Civil, Héctor Aguirre (Rodolfo Sancho), ex soldato in missione in Afghanistan. Un uomo tormentato, serio, preciso e molto affascinante che è affiancato da altre due figure di rilievo in entrambe le stagioni, un giovane e una donna di origini gitane.
Il sergente, al rientro dalla missione in Afghanistan, ha subito un trauma post traumatico da stress, a seguito appunto della guerra e a causa della morte del suo migliore amico, anche lui soldato e, nell’indagine, scopre tristemente come tutti in paese avessero un motivo per uccidere, fra l’altro molti di loro non sono in possesso nemmeno di un alibi. Insomma, la morte della ragazza metterà in luce molti segreti e tradimenti. È una storia complessa e fino alla fine è difficile indovinare l’assassino; inoltre, ogni stagione ha a che fare con omicidi diversi e propone una conclusione soddisfacente. Non manca il dramma umano come lo sfruttamento di uomini, il commercio di donne e conseguente prostituzione, nonché forme di razzismo. Il tutto consente di dare maggior valore all’intera serie che, a mio avviso, risulta travolgente non solo perché è un crime-thriller ma anche grazie alle ambientazioni nella splendida parte soleggiata della Spagna e alle storie dei vari personaggi, compresi i protagonisti, le cui relazioni si intrecciano creando suspense e curiosità nello spettatore
Consigliato! Da vedere!
Berico Predieri
L’ho terminato ieri sera… migliore la seconda stagione.. un po’troppo lunghi gli episodi… io avrei tagliato un po’.. comunque non male mi è piaciuto..
Marinella Tumino
Grazie infinite per il commento e il confronto!