UN PO’ DI STORIA La città di Sofia affonda le sue radici all’epoca dei Traci, che la chiamarono Serdica; distrutta nel 441 dagli Unni, fu ricostruita e fortificata da Giustiniano. Nel 1018 fu ripresa dai bizantini che ne fecero una piazzaforte per le loro spedizioni contro i serbi e gli ungari. Ritornò sotto i bulgari nel 1194. Conquistata dai turchi nel 1386, per più di quattro secoli Sofia (così la città fu chiamata dalla fine del sec. 14°, dal titolo della chiesa fattavi costruire da Giustiniano). Nella seconda metà del sec. 15° divenne un centro importante del commercio raguseo. Occupata per pochi giorni dai russi durante la campagna russo-turca del 1829, rioccupata nel 1878 dall’esercito russo, per la sua posizione strategica e commerciale sulle grandi vie balcaniche, venne scelta (1879) come capitale del nuovo principato di Bulgaria. Durante la II Guerra Mondiale, i Russi occuparono nuovamente Sofia e la Bulgaria, deponendo il governo filo-tedesco.
(Per notizie in merito al periodo della Seconda Guerra Mondiale vai al link https://it.wikipedia.org/wiki/Bulgaria_nella_seconda_guerra_mondiale )
LA VISITA Quando si arriva nella capitale bulgara, la prima cosa che salta agli occhi, già nello stesso piccolo aeroporto, è l’alfabeto cirillico.
Chi non ha un minimo di infarinatura, non potrà mai capirci un tubo, eppure i muri, i manifesti, le insegne sono in cirillico e, fortunatamente, le aree turistiche sono segnalate in doppia lingua, quindi in Inglese.
Appena usciti dall’aeroporto, il primo incontro fatto con un abitante bulgaro è stato con un simpatico tassista, che pareva uno di quelli usciti da un film degli anni Ottanta, che ha comunicato con noi in un italiano stentato, mentre il sottofondo musicale ella sua radio emetteva le note di musica anni ‘80-’90.
Mentre passeggi per le vie della città, osservi un mondo che sembra lontano anni luce dalla tua realtà, ma che racchiude un patrimonio storico-culturale antichissimo. Il centro storico di Sofia è ben circoscritto. Nel raggio di cento metri, ci sono una moschea, una sinagoga e una chiesa ortodossa. La capitale non ha la miriade di minareti della vicina Istanbul, città che amo profondamente a cui nessun’altra città è paragonabile, ma il disegno della moschea Bania Bazi Dzamija è piuttosto simile a quelle celeberrime della metropoli sul Bosforo.
Non a caso è stata ideata da Sinan, lo stesso architetto delle celebrate moschee di Istanbul. Ma quello turco è solo uno degli universi che si incrociano per le strade di Sofia, crocevia di religioni e dal meticciato culturale. La conferma è che a poche centinaia di metri dalla “moschea dei Bagni”, si ergono la maestosa chiesa ortodossa Sveta Nedelja
e, riconoscibile per la sua architettura neomoresca, la più grande sinagoga monumentale d’Europa.
Poco lontano troviamo la Cărkva Sv. Nikolaj, una chiesa russa a due piani risalente al 1913, dalle caratteristiche cupolette dorate, e la Cărkva Sv. Petka Samardžijska, chiesa di culto cattolico, oggi parzialmente interrata.
Il monumento religioso simbolo è sicuramente la cattedrale ortodossa di Aleksandăr Nevsk, costruita in stile neo-bizantino in memoria dei 200 000 soldati russi caduti nella guerra turco-russa (1877–1878).
Sofia è una città dalle mille contraddizioni: con estrema facilità si passa dagli eleganti boulevard,
alle vie con case pericolanti dove sembra di essere a Beirut durante la guerra civile.
Nella capitale bulgara si avverte un senso di autenticità che in molte altre città europee è andato perduto. Il tempo sembra essersi fermato, soprattutto quando incontrate per strada tante piccole botteghe artigianali che ancora realizzano prodotti a mano, sono esempio le tante mercerie ricche di ceramiche, merletti, cotoni e bottoni.
A fianco alle botteghe sparse per la città trovate anche il Mercato coperto Centrale Hali, che purtroppo da oltre un anno è tutto impacchettato per ristrutturazione. Se poi fate un salto al Mercato delle Donne (Women’s market), non pensato per i turisti,
potete conoscere la Sofia verace e incontrare tante persone che sembrano uscite da un film di almeno trent’anni fa, tuttavia al suo interno è possibile respirare e gustare i veri profumi e sapori della capitale.
Nei parchi o in prossimità di angoli verdi, si vedono pensionati giocare a scacchi sulla panchina di un parco, signore vendere frutta secca in angusti casottini ai margini delle strade, persone di ogni età raccogliere l’acqua alle sorgenti pubbliche di acqua termale.
Bottega di noccioline
E infine se volete assaporare l’aria di un’Europa occidentalizzata in pieno centro, come accennato, si trova “Boulevard Vitosha”, la strada dedicata allo shopping, ricca di negozi eleganti. Caffetterie, taverne e ristoranti sono un piacere anche per la vista, dal momento che la maggior parte scelgono con cura l’arredamento.
Tra gli edifici degni di nota, situati sul viale c’è il Palazzo Nazionale della Cultura
I LEONI DELLA BULGARIA Simbolo della Bulgaria e della sua capitale sono i leoni rampanti rappresentati negli stemmi della Città e del Paese. Statue di leoni in bronzo, e non solo, si incontrano per le vie della capitale. La moneta stessa in Bulgaria è chiamata lev, ovvero leone e, a questo punto, potreste chiedervi “come mai tutta questa passione dei bulgari nei confronti dei leoni?”. Pare che un tempo in Bulgaria fossero presenti molti leoni e non è escluso che migliaia di anni fa nei Balcani vivessero degli esemplari di Panthera leo, Tuttavia, si andrebbe troppo indietro nel tempo, per cui forse la passione dei bulgari per i leoni è dovuta al fatto che, se proprio dovevano scegliere un animale simbolo, hanno optato per uno fiero e spaventoso.
CULTI E RELIGIONI Da sempre crocevia di popoli per la sua posizione strategica al centro dei Balcani orientali, Sofia ancora oggi mostra il suo mix di anime e culture. I campanili si alternano a cupole a cipolla e minareti. A Sofia sono attivi edifici di culto di quattro fedi diverse, compresa quella ebraica. La cosa che più mi ha colpito è proprio la convivenza pacifica tra religioni così diverse fra loro. Ha il sapore decisamente affascinante immaginare i rintocchi delle campane cattoliche, assieme ai richiami del muezzin e i sussurri del Talmud degli ebrei. E’ bello pensare che in ogni chiesa della città c’è qualcuno che prega in maniera diversa, nel totale rispetto l’uno dell’altro, segno di un’Europa che è contro il razzismo e che crede nella pace fra popoli. La Bulgaria è uno Stato laico nel quale convivono ben cinque religioni, infatti vige la libertà di culto dal 1991.
LA CUCINA
La cucina è ottima. Dopo aver assaggiato la sostanziosa e gustosa cucina locale, ricca di zuppe, insalate e piatti di carne cotti nei tipici recipienti di coccio, è possibile provare svariati piatti internazionali, proposti nei ristoranti. Anche la birra alla spina è davvero buona. Un boccale da mezzo litro costa circa 4,50 lev che corrispondono co 2,50€ ca. Da provare!
ESCURSIONI NEI DINTORNI
Lo scrigno prezioso tutto da scoprire situato poco fuori città è la chiesa di Bojana, costruzione medievale appartenente alla Chiesa ortodossa bulgara. Deve la sua fama ai notevoli affreschi che contiene, dipinti a partire dal 1259. Nel 1979 è stata inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Notevole è il Monastero di Rila che sorge a 1.147 metri di altezza, sulla valle del fiume Rilska, a circa 120 chilometri a sud della capitale Sofia. Si tratta del più grande e famoso monastero ortodosso della Bulgaria e custodisce affreschi ed opere d’arte di pregio. Ricco di scorci suggestivi, il monastero è un luogo sacro, ma anche di silenzio e raccoglimento, che rende la visita suggestiva ed emozionante. E’ possibile vivere l’esperienza immersi in una grande intimità e spiritualità.
La forma in cui lo vediamo oggi risale alla ricostruzione ottocentesca, ovvero a dopo l’incendio che lo distrusse così come fu distrutto durante l’occupazione ottomana. In verità le sue origini risalgono al X secolo per opera dei seguaci di Giovanni di Rila, una sorta di San Francesco bulgaro. Il complesso è meraviglioso, immerso nel verde, da alberi secolari e dalle costruzioni delle celle dei monaci. Gli affreschi lo ricoprono interamente dentro e fuori perché, si diceva, il diavolo potesse occupare posti spogli.
Altra imperdibile escursione è quella a Plovdiv, l’antica Filippopoli, soprannominata, per l’evidente presenza di bellezze artistiche, la “Firenze bulgara”.
Era una delle tante città che facevano parte dell’antica Tracia ed è stata continuamente abitata per oltre 7000 anni. Con le sue strade pittoresche ricorda tanto Parigi o Barcellona. Suggestiva è la città antica, sulla lista del patrimonio culturale, in cui sono presenti case del periodo rinascimentale come le case Balabanov e Hindliyan, famose per la loro imponente architettura, i mobili, le pitture murali, le intricate sculture in legno sui soffitti.
Da non perdere il teatro romano, noto anche come il teatro antico di Philipoppolis e l’antico stadio romano, noto anche come stadio del trimonio, per lo più sepolto sotto la città, tranne che per la parte settentrionale, che è scoperta e aperta ai visitatori.
Insomma, Sofia (e dintorni) è una vera scoperta in cui architettura, religione, cucina di varie culture si tramano, regalando al visitatore curioso una grande magia. Un luogo in cui l’anima riesce a riconoscersi anche negli spigoli ed è proprio lì che puoi trovare l’equilibrio, tanto che, quando ritorni a casa, ti prende un pizzico di nostalgia, pure quella che non ti appartiene.
Foto di Marinella Tumino